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Lavoro domestico in Italia: un pilastro dell’economia e del benessere sociale

Il lavoro domestico in Italia rappresenta una parte fondamentale dell’economia nazionale, coinvolgendo oltre 3,3 milioni di persone. Si tratta di un settore essenziale non solo dal punto di vista occupazionale ma anche per l’indotto che produce: le famiglie italiane spendono circa 13 miliardi di euro all’anno per le retribuzioni nel settore, generando un indotto economico che supera i 21,9 miliardi di euro.

Questi numeri mostrano quanto il lavoro domestico contribuisca al PIL italiano, con un valore aggiunto stimato in circa 15,8 miliardi di euro, pari all’1% del PIL. Il settore include attività di cura della persona, gestione della casa e servizi domestici, diventando così un vero motore di supporto al benessere delle famiglie e alla qualità della vita quotidiana.

Tuttavia, il lavoro domestico presenta anche sfide rilevanti, soprattutto in relazione alla significativa presenza di lavoratori irregolari. Le differenze nelle condizioni di lavoro tra i lavoratori regolari e quelli irregolari sono ancora marcate, evidenziando la necessità di una regolamentazione più adeguata e di una maggiore protezione sociale.

Riformare le politiche sul lavoro domestico è oggi più che mai urgente, per garantire equità e dignità a tutti i lavoratori. Occorre intervenire sugli aspetti legati alle retribuzioni, alla sicurezza sul lavoro e alla tutela dei diritti, al fine di assicurare un settore più giusto e sostenibile per tutti.

Il lavoro domestico, dunque, non è solo un comparto economico: è un elemento centrale del benessere sociale e una leva fondamentale per il futuro del Paese.

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