La Corte di giustizia europea ha recentemente emesso una sentenza significativa (causa C-531/23, Loredas) che stabilisce l’obbligo per i datori di lavoro domestico di predisporre un sistema per la registrazione della durata dell’orario di lavoro giornaliero dei collaboratori domestici. Questa decisione segna un punto di svolta per i diritti dei lavoratori domestici e per le responsabilità dei nuclei familiari in qualità di datori di lavoro.
La Genesi della Sentenza
Il caso analizzato dalla Corte trae origine da una disputa legale in Spagna. Una collaboratrice domestica, assunta a tempo pieno, ha contestato il suo licenziamento, dichiarato poi illegittimo. Il tribunale ha condannato i datori di lavoro al risarcimento per ferie non godute e ore di lavoro straordinario, ma ha rilevato che la lavoratrice non era stata in grado di dimostrare né le ore effettivamente lavorate né la retribuzione richiesta. Questo perché la normativa spagnola esenta taluni datori di lavoro, come i nuclei familiari, dall’obbligo di registrazione dell’orario di lavoro dei propri dipendenti.
A seguito del ricorso in appello, il tribunale spagnolo ha chiesto alla Corte di giustizia europea di pronunciarsi sulla compatibilità di tale normativa con il diritto dell’Unione.
La Decisione della Corte UE
Richiamando una precedente sentenza del 14 maggio 2019 (CCOO, causa C-55/18), la Corte ha dichiarato che le norme che esonerano i datori di lavoro dall’obbligo di istituire un sistema di registrazione dell’orario di lavoro sono contrarie alla direttiva 2003/88/CE sull’organizzazione dell’orario di lavoro. Questa direttiva mira a garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori, stabilendo limiti chiari sulla durata massima dell’orario di lavoro.
In particolare, esentare i datori di lavoro domestici da tale obbligo priva i collaboratori domestici della possibilità di verificare in modo obiettivo e affidabile le ore effettivamente lavorate e la loro distribuzione nel tempo. Tuttavia, la Corte ha precisato che deroghe specifiche possono essere previste per le ore straordinarie e per il lavoro a tempo parziale, a condizione che siano rispettate la durata massima settimanale del lavoro e gli altri principi fondamentali della normativa europea.
Implicazioni di Genere
Un ulteriore aspetto sollevato dalla Corte riguarda il rischio di discriminazioni indirette basate sul sesso. Poiché i lavoratori domestici sono prevalentemente donne, norme che non garantiscono una corretta registrazione dell’orario di lavoro possono esacerbare disuguaglianze di genere. Spetta ora ai giudici nazionali verificare se tali situazioni siano oggettivamente giustificate e conformi al principio di parità.
Impatti per Datori di Lavoro e Lavoratori
Questa sentenza impone ai datori di lavoro domestico l’obbligo di adottare sistemi adeguati per la registrazione dell’orario di lavoro, introducendo una maggiore trasparenza nel rapporto di lavoro domestico. Per i lavoratori, rappresenta un passo avanti verso una maggiore tutela dei propri diritti, in linea con gli standard europei.
Con questa decisione, l’Unione Europea riafferma il principio che tutti i lavoratori, indipendentemente dal settore o dal datore di lavoro, hanno diritto a condizioni di lavoro eque e sicure. Ora spetta ai vari Stati membri adeguare le proprie normative per garantire il rispetto di questi principi.